Con il destabilizzante avvento della crisi economica è notevolmente lievitato il numero di persone incapaci di poter fornire alle banche o alle finanziare a cui solitamente si chiedeva un prestito delle garanzie affidabili, a causa di una forte disoccupazione ma soprattutto per colpa di contratti professionali finalizzati a prestazioni occasionali che non possono in alcun modo garantire sul comportamento finanziario dei richiedenti.

Prestiti senza Busta Paga

Ragion per cui si è andata diffondendo una formula di prestiti personali senza busta paga che è andata così incontro alle necessità di coloro che hanno bisogno di una liquidità nell’immediato ma che non hanno un contratto a tempo indeterminato. Ovviamente quest’atteggiamento elastico e produttivo è stato battezzato solo da alcune finanziarie, mentre le banche continuano a mostrare un certo scetticismo riguardo a tale meccanismo, per ovvi motivi. Per forza di cose anche se non viene richiesta una garanzia tradizionale come può essere la busta paga, in qualche modo la finanziaria ottiene comunque un impegno da parte del richiedente che non può esimersi dal rispettarlo. Al momento gli unici enti che prevedono dei prestiti personali senza busta paga sono due, i più convenienti, e cioè: Agos Ducato e Poste Italiane.

Dunque vediamo nello specifico cosa propongono e se sono davvero così conveniente nel processo di rateizzazione. Se Agos Ducato tende ad un prestito flessibile tramite un rimborso automatico dal proprio conto corrente con una rateizzazione in 120 mesi con rate da 128,70 euro al mese, Poste Italiane invece propone tre tipi di fasce, quella da 750 euro, quella da 1.000 euro e quella da 1.500 euro che rientrano in un piano di rateizzazione rispettivamente a 15, 20 o 24 rate con un tasso d’interesse relativamente basso. A fronte di tali allettanti proposte è lecito chiedersi in che modo le finanziarie scelgono di elargire un prestito senza busta paga, visto che non ci sono garanzie affidabili. Il primo criterio è la personale cronistoria finanziaria del richiedente e cioè si va a verificare se in passato ha mai acquistato un cellulare o un elettrodomestico con un’offerta di prestito finanziario, valutando quello che è stato il suo comportamento in merito alle scadenze della rateizzazione, poi si controllano le bollette relative alle utenze generali della casa per scoprire se ci sia stato mai qualche ritardo nei pagamenti.


A quel punto la finanziaria chiederà al richiedente di ricorrere ad un garante, cioè una persona che garantisca per lui e che quindi dispone di una busta paga, ragion per cui s’impegnerà a tamponare lo scoperto in caso di mancato pagamento da parte del destinatario del prestito. Se non si dispone di un garante, si può tentare la strada della proprietà sull’immobile, che andrebbe ipotecata per garantire il prestito; una scelta che però presenta una serie di rischi, come quello relativo alla possibilità da parte della finanziaria di forzarne la vendita in caso ci sia un’insolvenza rispetto al pagamento di una rata.

Attenzione però perché nel caso in cui l’immobile sia affittato, e quindi sottoposto ad un contratto di affitto annuale, il richiedente ha una garanzia da proporre alla finanziaria, in quanto l’affitto percepito è considerato come uno stipendio fisso, costante e dimostrabile. Se però non si dispone né di un garante e né di un affitto percepibile da un contratto regolare di un immobile è praticamente impossibile ottenere un prestito senza busta paga, senza dimenticare che contratti di lavoro come stage, apprendistato e contratti a progetto impiegati in società con meno di 15 dipendenti non sono facilmente finanziabili, dato il concreto rischio di perdere il lavoro senza particolari tutele, per cui nonostante garantiscano un fisso mensile non sono validi come garanzie per ottenere un prestito personale.


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