Come funzionano le carte di credito: tutto ciò che devi sapere

Le carte di credito sono diventate uno strumento di pagamento essenziale per la maggior parte delle persone. Grazie alle carte di credito, è possibile effettuare acquisti online, prenotare viaggi e prenotare hotel, oltre a pagare beni e servizi nei negozi. Tuttavia, non tutti sanno esattamente come funzionano le carte di credito. In questo articolo, ti forniremo una panoramica completa sul funzionamento delle carte di credito, inclusi i termini comuni, i costi associati e i vantaggi offerti dalle carte di credito.

Termini comuni

Prima di entrare nei dettagli del funzionamento delle carte di credito, è importante comprendere alcuni termini comuni associati alle carte di credito:

  • Creditore: l’istituto finanziario che emette la carta di credito e fornisce il credito.
  • Titolare della carta: la persona che ha la carta di credito e che è responsabile del pagamento dei debiti.
  • Limite di credito: l’importo massimo che il creditore consente al titolare della carta di spendere sulla carta.
  • Interesse: la quota di interesse che il titolare della carta deve pagare sul saldo della carta se non viene pagato completamente ogni mese.
  • Commissioni: alcune carte di credito addebitano commissioni per l’utilizzo della carta, come ad esempio per il prelievo di contanti.

Come funzionano le carte di credito

Le carte di credito funzionano come un prestito a breve termine. Il titolare della carta può utilizzare la carta per effettuare acquisti e il creditore paga il fornitore dei beni o servizi al posto del titolare della carta. Il titolare della carta deve poi pagare al creditore l’importo utilizzato sulla carta, insieme all’interesse e alle commissioni applicabili.

Il limite di credito è l’importo massimo che il creditore consente al titolare della carta di spendere sulla carta. Quando il titolare della carta effettua un acquisto, l’importo viene sottratto dal limite di credito. Se il titolare della carta supera il limite di credito, la carta potrebbe essere rifiutata o potrebbero essere addebitate commissioni per il superamento del limite.

Il titolare della carta riceve una dichiarazione di fattura mensile che elenca gli acquisti effettuati sulla carta, l’importo dovuto, l’interesse e le commissioni applicabili. Il titolare della carta deve quindi pagare l’importo dovuto entro la scadenza della fattura per evitare di pagare l’interesse.

Vantaggi delle carte di credito

Le carte di credito offrono numerosi vantaggi, tra cui:

  • Flessibilità: le carte di credito consentono di effettuare acquisti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
  • Sicurezza: le carte di credito offrono un livello di sicurezza maggiore rispetto ai contanti, poiché è possibile annullare una transazione se la carta viene rubata o persa.
  • Programmi di premi: molte carte di credito offrono programmi di premi, come ad esempio la possibilità di accumulare punti o miglia per ogni acquisto effettuato. Questi premi possono essere utilizzati per ottenere sconti, viaggi gratuiti o altri vantaggi.
  • Protezione degli acquisti: alcune carte di credito offrono una protezione aggiuntiva per gli acquisti effettuati con la carta, come ad esempio la garanzia estesa sui prodotti acquistati.
  • Costruzione del credito: l’uso responsabile delle carte di credito può aiutare a costruire una buona storia creditizia, il che può essere utile per ottenere prestiti, mutui o altre forme di credito in futuro.

Costi associati alle carte di credito

Mentre le carte di credito offrono numerosi vantaggi, è importante anche considerare i costi associati all’utilizzo delle carte di credito. Tra i costi più comuni associati alle carte di credito ci sono:

  • Interesse: se il titolare della carta non paga completamente il saldo della carta ogni mese, viene addebitato un interesse sul saldo in sospeso. L’interesse viene solitamente calcolato come una percentuale del saldo in sospeso.
  • Commissioni per l’utilizzo della carta: alcune carte di credito addebitano commissioni per l’utilizzo della carta, come ad esempio le commissioni per il prelievo di contanti o le commissioni per il trasferimento del saldo.
  • Commissioni per i pagamenti in ritardo: se il titolare della carta non paga la fattura entro la scadenza, potrebbe essere addebitata una commissione per il pagamento in ritardo.
  • Commissioni per il superamento del limite di credito: se il titolare della carta supera il limite di credito, potrebbero essere addebitate commissioni per il superamento del limite.

Come utilizzare le carte di credito in modo responsabile

Per utilizzare le carte di credito in modo responsabile e massimizzare i vantaggi offerti dalle carte di credito, ecco alcuni consigli utili:

  • Evita di accumulare debiti: cerca di pagare sempre completamente il saldo della carta ogni mese per evitare di accumulare debiti.
  • Scegli una carta di credito con poche commissioni: cerca di scegliere una carta di pagamento con poche commissioni per massimizzare i vantaggi offerti dalla carta.
  • Utilizza i programmi di premi: se la tua carta di credito offre un programma di premi, utilizzalo per ottenere sconti o altri vantaggi.
  • Leggi la dichiarazione di fattura: leggi attentamente la dichiarazione di fattura mensile per comprendere l’importo dovuto, l’interesse e le commissioni applicabili.
  • Evita di superare il limite di credito: cerca di mantenere il saldo della carta al di sotto del limite di credito per evitare di pagare commissioni per il superamento del limite.

In sintesi, le carte di credito sono uno strumento di pagamento comodo e flessibile che offrono numerosi vantaggi. Tuttavia, è importante comprendere come funzionano, i costi associati e come utilizzarle in modo responsabile per massimizzare i vantaggi offerti dalla carta.

Mutuo per la casa: cosa valuta la banca per poterlo concedere

Quando si richiede un mutuo per l’acquisto di una casa, può sembrare che siano necessari un milione di documenti, ma che solo uno di essi sia quello definitivo. Se siete seriamente intenzionati ad acquistare una nuova casa, dovete essere preparati. È utile incontrare in anticipo l’istituto di credito e l’agente immobiliare, che possono farvi sapere cosa aspettarvi durante il processo di approvazione.

Se pensate che tutti questi ostacoli siano solo un modo per la banca di verificare se siete una persona onesta a cui affidare il proprio denaro, allora siete nel giusto. La vostra reputazione e la vostra storia creditizia sono i due fattori più importanti quando le banche valutano i potenziali mutuatari. La banca vuole sapere quante probabilità avete di rimborsare il prestito e di non incorrere in inadempienze o pignoramenti nei primi anni di finanziamento della vostra casa. Ecco cosa vi chiederanno prima di concedervi un mutuo.

Controllo e valutazione del credito

La vostra storia creditizia è la principale preoccupazione del finanziatore che valuterà la vostra domanda. Queste informazioni vengono solitamente controllate da un ufficio crediti e registrano gli altri prestiti rimborsati, le inadempienze e i mancati pagamenti. Alcuni istituti di credito utilizzano il credit scoring per valutare la vostra domanda. Potete richiedere gratuitamente il vostro rapporto sul credito ogni 12 mesi; se la vostra storia creditizia è scarsa, potete parlare con il vostro creditore e vedere se è possibile ottenere comunque un mutuo, magari con regole diverse e il supporto di un garante.

Verifica dell’occupazione

L’istituto di credito vorrà sapere come vi guadagnate da vivere. Vorrà vedere la prova che siete occupati e che guadagnate un reddito stabile. Anche l’ammontare del reddito e la durata dell’impiego sono fattori determinanti. L’istituto di credito vorrà anche conoscere il nome e l’indirizzo del datore di lavoro, la qualifica e lo stipendio.

Calcolo del reddito residuo

Il reddito residuo è la somma di denaro che vi rimane dopo aver pagato le spese mensili, tra cui cibo, gas, alloggio e altre bollette. È la somma di denaro che vi rimane dopo aver pagato le spese mensili di base. Un finanziatore vorrà sapere quanto denaro vi rimane dopo aver pagato le bollette mensili. L’importo del reddito mensile residuo è la somma che utilizzerete per rimborsare il prestito.

Contratto di garanzia e pignoramento

Se siete cofirmatari o garanti, sarete la persona principale responsabile del rimborso del prestito. Il cofirmatario o il garante è di solito una persona a voi affine, che potete scegliere tra i vostri familiari o parenti stretti. Il garante è un impegno serio e deve essere pronto a pagare il prestito per intero se il mutuatario principale non è in grado di farlo. L’istituto di credito può ottenere un contratto di garanzia dal cofirmatario, che sarà finanziariamente responsabile del rimborso del prestito nel caso in cui voi non possiate farlo.

Lettera scritta di impegno

La lettera di impegno del venditore è uno dei documenti richiesti dalle banche per ottenere un mutuo per la casa. Si tratta di un accordo tra il venditore e l’acquirente e il venditore conferma che l’importo è stato ricevuto per intero e che il titolo di proprietà è a nome dell’acquirente.

Chiaramente questi sono solo alcuni degli elementi base richiesti da una banca tradizionale per l’attivazione di un mutuo, ogni istituto bancario può richiedere documenti diversi. Ad esempio, i lavoratori autonomi non avendo una busta paga da mostrare dovranno occuparsi di procurarsi la dichiarazione dei redditi, tenendo conto che è sempre retrodatata e mai relativa al fatturato dell’anno in corso: qualora si tratti del primo anno con un buon fatturato, il consiglio dei consulenti è di aspettare il seguente per richiedere un mutuo o rischierete di vedere svanire il sogno. Per essere più certi potete anche richiedere alla vostra banca di fiducia una sorta di “previsione” di mutuo, ovvero andare preventivamente in banca con i documenti e richiedere quale sia il tetto massimo che potete mutuare in base alla vostra situazione finanziaria e quindi cercare una casa in base a questi dati.

Portali per la ricerca di agenti di commercio: quali sono i migliori e perché convengono

Come per ogni altra figura professionale, anche quando si è alla ricerca di agenti di commercio e venditori professionisti il web può rivelarsi una risorsa utile: si possono scovare casualmente commerciali tra i propri contatti LinkedIn, per esempio, o usare gli ultimi per arrivare a venditori professionisti che abbiano già una certa esperienza nel proprio settore di riferimento, ma ci sono soprattutto siti e portali verticali e specializzati nell’incrociare domande e offerte di lavoro per agenti di commercio che assicurano ottimi risultati. Proviamo a capire come lo fanno e qual è il migliore sito per la ricerca di agenti di commercio.

Cosa c’è da sapere su portali e siti per la ricerca di agenti di commercio

Il primo vantaggio che i siti per la ricerca di agenti di commercio assicurano è la velocità: l’iter che va dalla pubblicazione dell’annuncio di lavoro ai colloqui con una rosa di candidati idonei, quando si usa la Rete, non si accorcia certo ma si svolge in meno tempo soprattutto perché molti processi, come quelli per verificare che il singolo venditore professionista abbia tutti i requisiti richiesti dall’azienda, sono automatizzati e si possono portare a termine cioè in un solo click. Questo non vuol dire, però, risultati meno accurati o meno personalizzati sulle esigenze della singola impresa: quasi sempre infatti, dopo la pubblicazione della vacancy, questi portali offrono al responsabile aziendale una rosa di profili in linea e da un lato si può essere sicuri che si tratti di profili verificati, dall’altro il recruiter può comunque intervenire personalmente ad aggiungere o eleminare commerciali dalla shortlist dei candidati dopo averne spulciato profili e portfolio. Ogni professionista al momento dell’iscrizione su questi portali può personalizzare il proprio account, infatti, inserendo tutta una serie di informazioni che ritiene rilevanti per la propria carriera e che possono aiutare le aziende a capire se è davvero il venditore che fa più al caso loro. Il tutto avviene quasi sempre in un ambiente facilmente navigabile e semplice e immediato all’uso, dove chi è alla ricerca di agenti di commercio può impostare una serie di filtri che riguardano anni e settori di esperienza del singolo professionista, lingue parlate, tipologie di contratto accettate, eccetera.

Tre sono, invece, le caratteristiche che fanno di un sito per la ricerca di agenti di commercio il miglior sito per la ricerca di agenti vendita. La prima è la grandezza del database di profili professionali: ci sono portali come Agentscout che ne hanno amplissimi e in costante aggiornamento e non è difficile capire come sia in questo modo più semplice e più probabile il match perfetto tra aziende e venditori. La seconda caratteristica che fa di un buon portale per la ricerca di agenti di commercio il miglior portale per la ricerca di venditori professionisti è avere a disposizione servizi di consulenza dedicati e uno a uno: servono soprattutto alle aziende a identificare quelli che sono bisogni ed esigenze principali e a semplificare step come quelli che hanno a che vedere con la formulazione della proposta di lavoro. Terzo elemento imprescindibile è la capacità di siti come questi di trasformarsi, al bisogno, in veri e propri ambienti in cui possano svolgersi fasi fondamentali del recruiting, come i primi colloqui conoscitivi in videochiamata per esempio.

Come fare un trasloco scegliendo la ditta giusta

Se devi trasferirti e non sai come gestire il trasporto di mobili ed effetti personali, ti serve rivolgerti ad una ditta di trasporto. Riuscendo ad individuare la migliore azienda, che si prende i tuoi pensieri e organizza il tutto per tuo conto, potrai comodamente rilassarti sul divano giocando al video poker mentre gli addetti al trasloco fanno buona parte del tuo lavoro.

I servizi offerti

Prima di firmare il contratto con una ditta piuttosto che un’altra valuta tutti i servizi che ha da offrire. Non devi solo badare alla questione economica stretta, ma anche a tutte le opzioni di contorno. Se la situazione lo consente, magari se cerchi l’azienda sul web, prova a vedere anche le recensioni presenti online, così da capire con chi hai a che fare.

Fai fare un sopralluogo

Se prendi contatto con una ditta di trasloco, chiedi che ti venga fatto un sopralluogo. In realtà le aziende professionali sono loro spontaneamente a proporti di controllare dimensioni e arredo della tua casa per capire quale lavoro occorre fare. Si tratta di un aspetto a dir poco rilevante, perché l’azienda capirà dal suo canto come gestire il tutto, e tu saprai tutti gli aspetti che vanno ad influire sul trasloco. È importante capire se ci sono le scale, se ci sono corridoi, se c’è sufficiente spazio per caricare e scaricare la merce.

La distanza

Con il sopralluogo ma in realtà ti verrà chiesto già per la compilazione del preventivo, la ditta valuta anche la distanza che si deve percorrere. Questo fattore è a dir poco fondamentale anche in termini di costo, soprattutto se il trasloco va fatto tra città diverse o addirittura regioni diverse.

Valutando tale aspetto, l’azienda avrà maggiore contezza della proposta che ti fa, sarà più precisa e dettagliata e sarà al massimo della trasparenza nel costo che ti propone

Quali caratteristiche deve avere una ditta di traslochi

Ma quali sono le caratteristiche che una ditta di traslochi deve avere per esser annoverata tra le più serie e importanti al mondo? In primis ci vuole un’iscrizione all’albo degli autotrasportatori. Si tratta di un requisito essenziale nonché obbligatorio per esercitare l’attività e per permettere il trasporto di merci su strada. Se la ditta a cui ti rivolgi non è iscritta all’albo dei trasportatori allora devi assolutamente diffidare: non solo è motivo di poca professionalità, ma si rischia anche in caso di controlli che il mezzo possa essere sequestrato e con esso anche i tuoi beni.

Altro requisito deve essere la copertura assicurativa: si tratta di un aspetto rilevante perché permette di tutelare sia il mezzo che quello che contiene in caso di sinistri e di incidenti. Quindi nella scelta della ditta bisogna assicurarsi che ci sia la giusta copertura e che tu possa essere salvaguardato da ogni eventuale pericolo di danneggiamento.

Non dimenticare che sono fondamentali anche i trasportatori e gli addetti al trasloco. Ci vuole un personale specializzato, che sia professionale, che sappia come prende gli scatoloni, che sappia trattare gli imballi ed evitare di provocare danni.

Puoi non crederci ma è importante che ci siano certi requisiti, perché quello che custodisci negli scatoloni, va tenuto d’occhio e protetto da qualunque pericolo o rischio di rottura e furto.

Cosa incide sul costo

Ricorda che ci sono caratteristiche specifiche che vanno ad incidere sul costo della merce. Il tipo e la quantità di merce che si trasporta ad esempio sono due aspetti che influenzano il valore del prezzo, in quanto si valuta il peso e il numero degli scatoloni. Non dimenticare altresì il volume. Di solito quando si stila un preventivo si stima il volume, sia tenendo conto dell’ambiente e sia tenendo conto della tipologia dei mobili da trasportare. Quando quindi devi effettuare il trasloco il tecnico avrà come punto di riferimento indici ben specifici.

Divorzio breve: come funziona e documenti necessari

Si parla di divorzio breve per indicare una nuova procedura di scioglimento dei vincoli coniugali, attivato in Italia attraverso la Legge n 55/2015. Si tratta di una norma che consente in sei o dodici mesi di effettuare la separazione tra i coniugi e poi il divorzio. Perché nasce questo nuovo istituto? Semplicemente per alleggerire il carico giudiziale. I tribunali sono infatti ricolmi di procedure di divorzio che allungano ulteriormente i tempi già lunghi per consentire a due coniugi di divorziare. Attraverso infatti l’intervento di difensori legali, i coniugi stipulano un accordo che avrà pieno valore legale (avrà detto in altri termini valore di sentenza a pieno regime). In questo modo i due ex marito e moglie avranno la possibilità di divincolarsi e di potersi godere il relax magari giocando su casinoonlineaams.com

Divorzio breve: ecco come funziona

Quella della legge n. 55/2015 è stata una riforma recente e necessaria. La legge stabilisce infatti che anche il sindaco del comune in cui vivono i due coniugi o uno dei due, o anche il sindaco del comune dove hanno avuto luogo le nozze, può sancire lo scioglimento del matrimonio. Aggiungiamo inoltre che in tale circostanza non è nemmeno d’obbligo la presenza di un avvocato. Con il divorzio breve, in caso di separazione giudiziale entro un anno si può porre fine al matrimonio (ovviamente il termine inizia a decorrere da quando i coniugi compaiono davanti al giudice del tribunale), mentre in caso di separazione consensuale il termine si riduce a sei mesi.

A ben vedere quindi il divorzio breve è stato pensato per permettere alle coppie di evitare inutili dispendi economici e di tempo. Dunque vediamo come si dà inizio al divorzio breve.

Tutto parte dalla stesura dell’accordo al cui interno vanno incluse tutte le specifiche della divisione della coppia. Bisogna cioè indicare come comportarsi sul mantenimento e sull’affidamento dei figli, come gestire l’assegno per il consorte e come suddividere il patrimonio comune.

Bisogna altresì tenere in considerazione che se la coppia non ha figli, si sveltisce ancora più la situazione. Basterà chiedere il nulla osta alla Procura (purché non ci siano irregolarità). Se invece ci sono figli non autonomi (minorenni o maggiorenni), si possono trovare intese entro 10 giorni davanti al procuratore, il quale potrà vagliare la conformità sulla prole e deciderà se dare o meno il via al divorzio breve.

La questione della comunione dei beni

Con il divorzio breve si gestisce in largo anticipo anche lo scioglimento della comunione dei beni. Se un tempo infatti si gestiva la divisione patrimoniale solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione, con la legge n. 55 del 2015 lo scioglimento si anticipa con l’autorizzazione che il presidente del tribunale dà alla coppia di vivere separata.

Quali documenti occorrono?

Per giungere al divorzio breve, marito e mogliere devono produrre la documentazione necessaria. In primis bisogna presentare l’estratto dell’atto di matrimonio, il certificato stato di famiglia e il certificato di residenza di tutti e due i coniugi. Ci vuole al contempo la copia autentica del verbale di separazione (con annesso decreto di omologa) e della sentenza di separazione. Altresì ci vuole una copia dell’invito a stipulare convenzione di negoziazione assistita certificato dall’Ufficiale Giudiziario Civile.

Divorzio breve in caso di figli minorenni

In caso di figli minorenni, non è possibile chiedere il divorzio in comune. Lo stesso vale per i maggiorenni incapaci, per i portatori di handicap o per coloro che non sono economicamente autosufficienti. Dunque in tal caso bisogna andare avanti con il ricorso in tribunale o con una negoziazione assistita. In termini di costi poi, il divorzio breve avrà in presenza di figli minori un costo più alto, anche perché ci vorrà per forza di cose un intervento di un legale. Invece per divorziare in Comune bastano i 16 euro della marca.

Intollerante alimentari glutine lattosio e nichel

Quando parliamo di celiachia ci riferiamo a una reazione immunitaria all’assunzione di glutine, una condizione cronica che va a danneggiare il rivestimento dell’intestino tenue e non da la possibilità di assorbire le sostanze nutritive opportune per il proprio fabbisogno. Spesso, questo disturbo va pari passo con un altro tipo di intolleranza: quello al nichel. Ma come è possibile?

La malattia celiaca è molto limitante, il sistema immunitario va a colpire i villi intestinali e così facendo si appiattiscono impedendo l’assorbimento di molte sostanze nutritive. A tal proposito, vi sono conseguenze importanti che mettono a dura prova l’organismo con disturbi come anemia, amenorrea, osteoporosi, disturbi alla fertilità, dermatite erpetiforme, e intolleranza al lattosio. L’unico modo per aiutare i soggetti affetti da celiachia è quello di introdurre una dieta senza l’assunzione di glutine eliminando cibi e derivati del grano, del segale, dell’orzo, il farro, kamut e avena. Grazie al fatto che l’Italia è un paese molto legato alle tradizioni culinarie e più in generale al cibo e anche un paese molto sviluppato dal punto di vista della medicina, si sono trovati tanti cibi alternativi per combattere l’infiammazione intestinale da celiachia ad esempio con tipi differenti di farine quali quella di mais, riso, soia e legumi. Tuttavia, siamo solo a metà della soluzione dei problemi dato che, spesso e volentieri, chi soffre di celiachia diventa intollerante ai cibi ricchi di nichel.

Cos’è il nichel? questo è un metallo simile al ferro che viene assimilato attraverso molti alimenti. Proviene da diverse fonti ad esempio in leghe metalliche come l’acciaio, può essere inalato attraverso la ventilazione polmonare e lo si trova in vari luoghi ambientali come il terreno, nelle falde acquifere o trasportato dal vento. E’ pressoché ubiquitario poiché è vasta la sua diffusione ed è quasi inevitabile entrare a contatto con questo elemento. Chi fa una dieta priva di glutine consumerà quasi certamente alimenti ricchi di nichel e un sovradosaggio di tale elemento porta alla lunga un’intolleranza dello stesso.

Chi ha un’intolleranza al nichel senz’altro avrà sintomi come nausea, meteorismo, dolori addominali, diarrea, costipazione e anche delle reazioni cutanee. Questa sostanza si trova negli alimenti che tutti noi siamo abituati a mangiare ogni giorno, possiamo trovarlo nelle farine di mais, farina d’avena e di soia, in alcuni frutti come le pere, il kiwi, l’uva e le prugne, nelle bevande in lattina, nei semi di soia, nel cacao, cioccolata, frutta secca come mandorle, noci, arachidi e nocciole, legumi freschi e secchi, lievito, liquirizia, margarina, alcuni tipi di pesce quali tonno, aringhe, salmone, sgombro e nei crostacei. In quantità minore è presente invece in verdure, ad esempio nella lattuga, nel cavolfiore e nelle carote, nel riso raffinato, vino, birra, camomilla e the. In particolare, per chi fa una dieta senza glutine dovrebbe limitare l’uso di farine di mais e di soia. Sebbene sembra impossibile adottare una dieta priva di glutine con intolleranza al nichel, gli studi dimostrano che solo l’1-10 % del nichel viene assorbito dal nostro organismo se la dieta viene fatta a rotazione nell’assunzione di questi cibi, il che va a migliorare la gestione dell’intolleranza al nichel e della celiachia.

Per chi soffre di questi peculiari disturbi, soprattutto di intolleranza al nichel, è bene sapere che è possibile assumere solo 250 microgrammi di nichel al giorno, dunque è possibile permettersi un dolce al cioccolato giusto una volta ogni tanto. Alla sostituzione di farine di mais e di soia può risultare un valido aiuto il consumo di fecola di patate, ma va usato con parsimonia. Da considerare l’eliminazione di cibi gluten free e le farine dieto terapeutiche che al loro interno può esservi traccia di farine di mais e di soia. Da scoprire sono la farina di canapa e l’amaranto. Questa condizione può essere molto difficile e limitante, soprattutto quando si esce a cena con amici o negli eventi da festeggiare. Tuttavia, oggigiorno, esistono numerose alternative che possono aiutare l’organismo e fronteggiare questi ostacoli.

Tra le varie ricette che si possono provare senza nichel e glutine sono i cannelloni al salmone. Un piatto sano e che proviene dal mare.

Ingredienti per 12 cannelloni: SCRIPPELLE q.b. (circa 12) ; 150 gr SALMONE ; 1 ZUCCHINA grande ; 1 MOZZARELLA senza lattosio ; FINOCCHI q.b. ;
PATATE q.b. ; 1 SCALOGNO o MISTO PER SOFFRITTO ; 1 spicchio d’AGLIO ;1 bustina di ZAFFERANO ; ZENZERO e PAPRIKA DOLCE q.b. ;OLIO EVO , SALE e PEPE BIANCO q.b.

Un’altra ricetta succulenta come secondo piatto sono le polpette di pollo prive di nichel, glutine e lattosio. Un’ottimo modo per mangiare le verdure in modo più gustoso e saporito.

Ingredienti per 15 polpette di pollo: 300 gr macinato di pollo; 200 gr ricotta senza lattosio; 1/2 bicchiere di latte di riso; 80 gr di zucchine cotte (o di una verdura avanzata a piacere); pangrattato di farina di riso q.b.; olio extra vergine d’oliva e sale q.b.; spezie a piacere (zenzero, aglio, paprika dolce, pepe bianco). Altre ricette da provare: crostata crema e fragole, plumcake, ciambellone al caffè, ciambellone all’acqua vegan, per quanto riguarda i dolci. Tra i primi piatti: gnocchi di patate viola all’orata profumata, pasta di riso vegan al ragù di zucca, tagliatelle salmone e radicchio, pasta fredda vegan.

Potete trovare altre ricette interessanti sul sito NonnaPaperina.it

Meccanizzazione agricola: gli strumenti per facilitare il lavoro

Quando si parla di meccanizzazione agricola si tende a pensare alle macchine per la lavorazione del terreno, ad esempio trattori, trebbiatrici e altri attrezzi che, nel corso del tempo, hanno sostituito il lavoro manuale, velocizzando il ciclo produttivo e limitando la fatica.

In realtà, la meccanizzazione dell’agricoltura non è una novità recente. Lo stesso aratro, un attrezzo utilizzato da millenni, ha permesso di velocizzare il lavoro della semina grazie alla possibilità di effettuare con uno strumento meccanico, appunto, le operazioni di aratura. Attualmente, grazie al progresso e all’evoluzione della tecnologia, è possibile utilizzare strumenti automatizzati per svolgere la maggior parte delle attività agricole, con il risultato di una maggiore precisione, del risparmio di tempo, di una minore fatica e, di conseguenza, con la possibilità di ottimizzare la produzione.

La meccanizzazione agricola è comunque in continua evoluzione, i produttori infatti sono sempre alla ricerca di nuove tecnologie e di soluzioni innovative per velocizzare i lavori agricoli, ottimizzare il tempo e progettare macchine in grado di offrire sicurezza, praticità e comfort.  Molte macchine oggi presenti sul mercato sono alimentate con combustibili alternativi, dal gas all’idrogeno, con il vantaggio di ottime prestazioni e costi di gestione ridotti, senza tralasciare l’aspetto della sostenibilità ambientale.

Quali sono le macchine agricole considerate indispensabili

Il portale dedicato alle notizie provenienti dal mondo delle macchine agricole, www.meccagri.cloud, propone ogni giorno novità e informazioni che riguardano i maggiori produttori di questo tipo di attrezzature: nuovi modelli, tecnologie innovative, prestazioni potenziate e così via. Le aziende sono sempre alla ricerca di soluzioni che consentano di risparmiare e di ottenere risultati eccellenti, rivolgendosi sia ai professionisti che agli appassionati dei lavori agricoli.

La macchina immancabile anche per chi possiede una piccola area coltivata è senza dubbio il trattore. La versatilità del trattore permette inoltre di svolgere diversi lavori, dalla coltivazione al raccolto, oltre al trasporto di prodotti e materiali. Oggi i trattori sono disponibili in tanti modelli, tra cui scegliere in base al lavoro da svolgere e alle caratteristiche del terreno. Un elemento da considerare è anche il design: infatti, non poche aziende produttrici di trattori prestano un’attenzione particolare anche all’estetica.

Agenti di commercio: per quali business sono indispensabili (e perché)

Molte più aziende di quel che si immagina, in molte più circostanze di quel che si immagina farebbero bene ad avere nel proprio team degli agenti di commercio. Qui di seguito proveremo a capire meglio perché e a elencare i casi in cui conviene rivolgersi a un agente di vendita che è sì, come suggerisce lo stesso nome, un esperto nella promozione e nella vendita di prodotti e servizi ma, anche, in molte occasioni uno straordinario ambasciatore del brand.

Cosa fa di mestiere un agente di commercio è, infatti, trovare per le aziende con cui collabora dei contatti a monte e, a valle, trasformare questi lead potenziali in clienti concreti: già da questo si intuisce come la ricerca agenti è una task tanto strategica, quanto critica e a cui dedicare la giusta attenzione e le giuste risorse.

Cinque casi in cui si ha bisogno di uno o più agenti di commercio

Il caso più iconico in cui un’azienda non può fare a meno di venditori professionisti è quello in cui fornisca prodotti all’ingrosso o servizi B2B: in circostanze come queste l’agente di commercio è, di fatto, il punto di incontro tra azienda e clienti e a lui spetta il compito di negoziare i prezzi, organizzare la consegna merci e ogni altro aspetto logistico, assicurarsi la ricorsività degli ordini o altre particolari condizioni contrattuali e via di questo passo.

Anche nella vendita al dettaglio, però, si fa ancora – e proficuamente – ricorso all’agente di vendita quando per il particolare tipo di settore in cui si opera, in genere un settore di nicchia, la vendita diretta e il vecchio porta a porta assicurano risultati migliori della vendita in store o via Internet. Ci sono aziende, e qualche noto brand di aspirapolveri e robot per la casa è la prima realtà a cui è spontaneo pensare, che non hanno mai avuto punti vendita ma hanno sempre venduto tramite venditori.

È un modo come un altro, e anzi forse il più capillare, per presidiare il territorio. Cercare degli agenti di commercio conviene, non a caso, a chi opera in settori piuttosto affollati e in mercati in cui ci sia abbondanza di competitor. Dove i fornitori di latticini non mancano, per esempio, un caseificio farebbe meglio ad avere la propria rete di venditori fidati nella zona in modo da assicurarsi almeno i grandi clienti e curare con loro un rapporto quanto più continuativo possibile.

Per ragioni simili anche chi abbia intenzione di internazionalizzare la propria azienda partendo dall’export dei propri prodotti farebbe meglio a percorrere per prima la via degli agenti di commercio locali. In questo caso gli addetti alle vendite hanno soprattutto una visione più completa e matura del mercato estero che si sta provando a penetrare e possono rivelarsi per questo utili consiglieri per l’azienda nel definire le strategie di espansione, più di quanto non facciano i distributori esteri. Qualche garanzia in più per l’azienda viene per altro dal fatto che, a seconda del contratto stipulato con l’agente di commercio, suoi possono essere gli oneri su merci invenduti, contratti non rispettati, eccetera.

Più in generale un venditore professionista è la via più facile per entrare all’interno di reti di vendita, quelle che riguardano per esempio una particolare filiera, considerate strategiche per la propria azienda e all’interno delle quali poter stabilire nel tempo una posizione dominante.

Se vuoi saperne di piu una delle societa’ che permettono di trovare gli agenti facilmente e’ ad esempio agentscout.it visita il loro sito.

Una guida essenziale ai bagni chimici in cantiere: cosa c’è da sapere

Se hai già una certa familiarità con i cantieri potresti trovare quelle che seguono informazioni un po’ ripetitive. Un po’ di ripasso è sempre utile, però, quando in gioco ci sono la sicurezza e la salute degli operai e così è, nonostante si possa essere tentati a sottovalutare la questione, quando si tratta di bagni chimici in cantiere. Proviamo, allora, a chiarire qualche dubbio.

Bagni chimici in cantiere: sono obbligatori, dove installarli e come farlo in sicurezza?

A partire da se sono obbligatori: la risposta è sì, dal 2012, quando una norma – la UNI EN 16184 – ha previsto l’obbligo in capo a datori di lavoro e responsabili dei cantieri di fornire ai propri dipendenti gli adeguati dispositivi sanitari mobili, in cui sono inclusi appunto i bagni chimici. L’obbligo vale sia per i cantieri edili (indifferentemente per edilizia pubblica, edilizia civile, eccetera) e sia per i cantieri stradali ed è questa la ragione per cui, molto più empiricamente, ovunque ci siano lavori di ristrutturazione o interventi di messa in sicurezza si vedono le tipiche cabine colorate adibite appunto a bagni.

Quanti bagni chimici si devono installare in cantiere e dove? Le risposte in questo caso dipendono naturalmente da quanti operai lavorano nel cantiere, per quanto tempo durante la giornata, quanto è grande lo stesso. Le uniche due prescrizioni che fornisce la normativa già citata riguardano il numero massimo di dipendenti che possono usare lo stesso bagno, 10, e la distanza massima alla quale il bagno chimico più vicino deve trovarsi dalla postazione di lavoro di ogni dipendente, 100 metri. Sulla base di questi requisiti minimi sta ai responsabili prendere decisioni come aumentare il numero di bagni chimici in cantiere o dislocarli in più punti diversi per garantire alla propria forza lavoro più comfort e più sicurezza (obiettivo l’ultimo in vista del quale, per esempio, in genere si opta per installare i bagni chimici lontani da impalcature e macchinari e in posti ben illuminati e ventilati).

Su come devono essere fatti i bagni chimici per i cantieri ci sono indicazioni più dettagliate e che di fatto fungono ormai da standard per le ditte produttrici, tanto che è difficile trovare bagni chimici non a norma. Ampi almeno un metro quadrato e alti due, devono essere adeguatamente illuminati e ventilati. Indispensabile è la presenza al loro interno, oltre che del water, di lavamani e asciugamani e di una pompa a mano o a pedali per l’azionamento dell’acqua. Oggi, però, su siti come www.ecotaurus.it si trovano strutture molto accessoriate e dotate di ogni plus per chi voglia garantire ai propri dipendenti il massimo del comfort.

Se i tuoi dubbi riguardano principalmente invece come garantirsi la massima sicurezza dei bagni chimici in cantiere, alcune considerazioni sono importanti da fare. Da un punto di vista igienico-sanitario è previsto che queste strutture, dopo essere consegnate igienizzate dalla ditta fornitrice, debbano essere pulite almeno una volta al giorno e quasi sempre le stesse ditte offrono servizi ad hoc. Al normale meccanismo di smaltimento dei residui, quando i bagni chimici del cantiere vengono dismessi, si aggiungono poi una serie di operazioni ad hoc contro reflui e cattivi odori. Contro ogni tipo di incidente, ancora, la maggior parte di queste strutture hanno aperture di sicurezza dall’esterno che facilitano il soccorso per esempio.

Agenti di commercio: le tipologie

Gli agenti di commercio sono figure professionali indispensabili per l’opera di un’azienda che voglia promuovere i propri prodotti e servizi presentandoli a nuovi potenziali clienti per la stipula di un contratto e quindi così incrementare i propri guadagni grazie alla vendita.

Cerca agente di commercio anche tu a questo link, una figura competente potrà aiutare al meglio la tua attività nella stipula di contratti con nuovi clienti. Un agente di commercio è un professionista incaricato da una o più aziende per la promozione dei loro prodotti e servizi. Lavora su zone specifiche, cura il rapporto con i clienti tramite visite periodiche in autonomia gestite tramite appuntamenti.

Proprio il fatto di lavorare per una singola azienda o per più imprese defininisce le tipologie di agenti di commercio, che andremo a scoprire in questo articolo.

Gli agenti monomandatari

Esistono due tipologie di agenti di commercio, che vengono definiti monomandatari o plurimandatari. Gli agenti di commercio monomandatari lavorano per una sola azienda e la loro attività si avvicina molto a quella del lavoro come dipendente poiché le prestazioni rispondono in via esclusiva nei confronti dei prodotti aziendali.

Gli agenti di commercio monomandatari si occupano di estendere la rete di vendita aziendale sul territorio. L’agente monomandatario si impegna a non lavorare per la concorrenza ne per aziende che si occupano di altri settori. L’agente monomandatario lavora per un solo committente e non può intrecciare altri contratti di agenzia.

Il suddetto contratto di agenzia è stipulato tra il mandante e l’agente ed è disciplinato dalle norme AEC, che prevedono per l’agente un regime di vantaggio in termini di preavviso, di calcolo dell’indennità per il patto di non concorrenza e per il patto di scioglimento.

Gli agenti plurimandatari

Gli agenti di commercio plurimandatari a differenza dei monomandatari lavorano invece per più aziende. Il loro operato si avvicina a quello degli imprenditori perché hanno molta autonomia. L’agente di commercio plurimandatario può lavorare per più mandanti ma non in concorrenza nella stessa zona e nello stesso ramo commerciale.

La stipula del contratto degli agenti di commercio plurimandatari prevede l’obbligo di non concorrenza anche per altre zone e altri rami di vendita inerenti la diversificazione dei prodotti.

Le dimissioni

In caso di dimissioni vi è un discorso particolare che differenzia le condizioni in essere per gli agenti monomandatari e per gli agenti plurimandatari. Nel caso che un agente di commercio manifestasse l’intenzione di dare le dimissioni, gli Accordi Economici Collettivi prevedono un preavviso di 3 mesi cui deve attenersi l’agente plurimandatario e di 5 mesi cui deve attenersi l’agente monomandatario.Questi termini sono fissi e imprescindibili, sono sempre gli stessi e non cambiano neanche in base agli anni trascorsi lungo l’eventuale durata del rapporto.

Se invece l’agente viene licenziato ossia è il mandante a recedere il contratto, gli A.E.C. prevedono la concessione al lavoratore di termini di preavviso crescenti sulla base degli anni di durata del rapporto. Gli anni di lavoro dunque influescono sul preavviso solo se è l’azienda a sciogliere il rapporto con l’agente.