risparmio-550x366L’ultima frontiera dell’educazione e dell’innovazione sono le università telematiche, che oltre a svilupparsi sempre di più su tutto il territorio nazionale, seguendo il modello americano, si dimostrano anche un’ottima risposta alla crisi che sta avvolgendo il paese e in particolar modo il mondo dell’istruzione. Infatti, i costi delle università online, come quella di Unicusano ad esempio, oltre a godere di tariffe abbastanza contenute, godono anche della possibilità di usufruire del prestito universitario, che funziona proprio come per le università tradizionali.

Come esattamente?

Ispirandosi al governo inglese, dove questa pratica avviene ormai da diversi anni, il Ministero della Gioventù, in collaborazione con l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, si impegna ad assicurare prestiti d’Onore ai laureanti e ai laureati che ne hanno bisogno. E la somma che alcune tra le banche più importanti d’Italia e popolari è davvero notevole, per un ammontare di 25 milioni di euro.

Ne può usufruire qualsiasi studente tra i 18 e i 40 anni, raggiungendo un massimo di 25mila euro, spalmabili su tre o cinque anni, a seconda della durata del corso di laurea, del master o del progetto di dottorato, per cui viene richiesto il prestito.


Non ci vogliono particolari credenziali per usufruire di questo fondo e anche i tassi d’interesse sono estremamente ridotti, mentre i tempi di restituzione sono molto flessibili e dilatati. Il rimborso, infatti, può cominciare ad avvenire solo dopo che la certificazione sia avvenuta e il titolo sia stato conseguito, ma anche in questo caso possono dilatarsi fino ad 8 anni, a seconda dell’ammontare del proprio stipendio.

Dunque i crediti vengono erogati anche a quegli studenti che non dispongono di una busta paga, grazie a iniziative come “diamogli credito” o “prestiti erogati da Unicredit”. Quello del prestito universitario è dunque un investimento molto interessante, che permette ancora di più di combattere la realtà e le difficoltà che la crisi oppone al proprio corso di studi.


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