Chi basa le proprie strategie di trading sull’analisi fondamentale e preferisce il forex tra valute-paese ha sempre preso nel mirino i dati sull’inflazione, in quanto di rilevanza strategica per l’investitore. Lo scenario attuale, però, presenta, per l’eurozona, molte incertezze dato che ci si colloca in periodi di rallentamento della crescita economica. Sono i momenti in cui i dati sull’inflazione perdono di spessore strategico per il forex.

ELABORAZIONE DIGITALE

Lo scenario ideale per l’inflazione-indicatore utile del forex

Speculare sui differenziali dei tassi di cambio vuol dire anche tenere conto non solo della politica monetaria ma anche della leva tassi d’interesse, strettamente connessa all’inflazione. La visione economica predominante dell’euro-zona, assodato la ricerca endogena o spontanea di una corrispondenza fra economia monetaria ed economia reale, non è ben chiara sul fronte degli interventi. L’inflazione bassa è associata a continue politiche di tassi d’interessi bassi che fanno presagire uno scenario deflattivo e di rallentamento della crescita economica. Quindi, il forex tradizionale tra euro e dollaro ha perso ogni riferimento epocale. Ci si attende, da tale punto di vista, un crollo del Super-Euro, ma si continua paradossalmente ad acquistare Euro, o almeno il lato forte del mercato si sta orientando così. Una moneta apprezzata significa forza nell’import ma debolezza nell’export. Lo scenario ideale per poter tenere conto dell’inflazione è rappresentato da fondamentali comprovanti la crescita economica. In questo caso, è possibile non disambiguare la politica della banca centrale che potrebbe essere da policy-maker o “falco” (in presenza di inflazione da domanda, si contrasta con un altrettanto aumento dei tassi di interesse) o policy-taker o “colomba” (ci si muove in tendenza, preservando la politica dei bassi tassi d’interesse). Di fronte a bassi tassi d’interesse, l’investitore istituzionale (fondi a risparmio gestito) punta a smobilizzare le attività colpite dalla caduta dei tassi (dipende da quali tassi). Il forex trader vende o acquista valuta sulla base della percezione di rischio (fondamentalista) oppure dell’analisi tecnica (controllo dei supporti e resistenze).


L’inflazione in euro-zona è in costante calo

Crisi di liquidità, preoccupazione costante dell’Euro-zona nell’attivazione di un efficiente circuito intra-bancario dei capitali (raccolta di fondi e prestiti remunerati), disincentivando la focalizzazione di tutto il meccanismo sistemico sulla Bce, che dovrebbe essere solo il prestatore di ultima istanza. Stress-test in arrivo per le banche centrali nazionali che potrebbero essere chiamate ad un miglioramento della solidità patrimoniale. E’ tempo di aspre critiche nei confronti dell’Euro-Zona e comincia l’alea della deflazione, non solo nelle aspettative degli investitori. E’ quanto risulta dalle nuove rilevazioni Istat. L’inflazione europea continua a diminuire (le rilevazioni di gennaio 2014 la pongono a livelli bassissimi del 0,7%), malgrado si ribadisca che non ci si sta orientando verso una fase deflattiva. Le attese inflattive stimate niente di meno che dalla stessa BCE prevedono un bell’1,3% per il 2015. Molti investitori stanno sfruttando il momento con attività di scalping sulla coppia euro/dollaro grazie ai dati macroeconomici sull’inflazione.

Le controversie dell’oeconomics sul fronte inflazione

Parlare di inflazione, nel gergo dell’economista politico, ci conduce ad ardui dissapori, in quanto non vi è totale chiarezza su ciò che bisogna intendersi, a livello stilizzato per inflazione (dipende dai contesti) e se l’inflazione sia un bene. L’inflazione, se da domanda (con possibilità di adeguamento dell’offerta – economia dal lato della domanda, anziché supply side economics), potrebbe essere un bene ma indicherebbe non tanto una prospettiva endogena sistemica di adattamento (raffreddamento del mercato, attraverso l’aumento dei prezzi), quanto di interventi esogeni volti ad aumentare l’offerta, a passo con la domanda. Ricordiamo, inoltre, che i dati sull’inflazione sono solo delle stime, sulla base di un paniere rappresentativo. Non è detto che si possa parlare di riduzione del potere d’acquisto, se non considerando le abitudini standard e primarie della popolazione. Dure contestazioni per la validità delle stime medie, sul fronte dell’indirizzo e della programmazione economica. Sembra indubbio che ci troviamo in fase di rallentamento della crescita economica, al di là degli indicatori.

Il forex trading, basato sulle valute major (Dollaro-Euro; Altre valute rapportate al dollaro), è quello più incerto alla luce dei recenti eventi.


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