La nuova serie di riforme che riguarderanno il settore delle pensioni sono incentrate soprattutto su tema della flessibilità in uscita. Un argomento molto sentito dai sindacati e da molti lavorativo che mai come ora aspettano provvedimenti in questa direzione. Il sistema dell’uscita anticipata, però, non sarà indolore per i conti dello Stato già alle prese con l’abolizione della tassa sulla casa che potrebbe avere delle ripercussioni importanti sui conti italiani. La maggiorazione della spesa per una riforma del sistema pensionistico viene calcolata intorno agli undici punti percentuali.

pensioni

 

Una quota che si traduce in un aumento di spesa per lo stato di oltre 39 miliardi di euro. Ma si tratta comunque di ipotesi visto che sono tante i provvedimenti ancora in dubbio per la modifica dell’attuale sistema pensionistico italiano. La volontà, più volte espressa dal Governo, è quella di rendere il sistema più flessibile così da permettere una maggiore facilitazione per coloro che vogliono lasciare il posto di lavoro anticipatamente. Naturalmente non si tratta di un sistema indolore: comporterà, infatti ad una rilevante decurtazione dell’importo pensionistico. Un vantaggio per i lavoratori, ma anche per le imprese che potranno liberarsi con maggiore facilità della manodopera in eccesso rinnovando il proprio personale.



E’ stata di 328 miliardi la spesa per il welfare e per le pensioni nell’anno scorso mentre quest’anno si è passati a 338 miliardi; sarà di 367 miliardi la cifra che verrà spesa nel corso del 2019. L’introduzione di meccanismi di flessibilità resta un provvedimento fondamentale per rendere il sistema più equo e soprattutto per garantire uno spazio maggiore ai giovani. La sfida sarà quella di rendere  da un lato il sistema previdenziale più equilibrato mentre dall’altro dare un maggiore spazio ai giovani nell’impiego. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra le esigenze dei lavoratori e delle imprese, oltre che della stabilità del sistema.


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