Le statistiche dell’organismo predisposto (ISTAT) in Italia fotografano un paese a terra ed in fase recessiva, con perdita costante di posti di lavoro e divari che sembrano abissali tra macro regioni (il meridione paga le spese più alte della crisi).

disoccupati

Ma c’è un economia parallela in aumento basata sul sottopagamento e sullo sfruttamento, è quella che impiega manodopera al nero e straniera. Le morti sul lavoro in questo quadro aumentano, sia per via dello sfruttamento sia per la mole di lavoro (se si lavora meno chi ancora lavora è sottoposto ad un carico maggiore di sforzo). Calano le persone impiegate full-time (-0,5% ovvero 89 mila unità in rapporto alla seconda parte del calendario 2013) e il dato si riferisce all’80% circa a coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato.


Sono in aumento gli impieghi part-time e il dato (+1,9%) si riferisce al tipo di contratto involontario (quindi non scelto) che riguarda più del 60% dei part-time. Questi dati si riferiscono all’oggi quindi ad Agosto 2014. Quindi la deflazione nella quale siamo piombati è qualcosa di costruito (la stessa inflazione è costruita, ovvero l’opposto della deflazione). L’ultima deflazione ovvero l’abbassamento dei prezzi al consumo, l’abbiamo avuta nel 1959.


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